Il Primo Libro della Retorica di Filodemo torna alla luce: intervista con la curatrice Federica Nicolardi

di | 07/03/2019

Bibliopolis ha restituito al mondo un’altra opera salvata dal tempo dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. Si tratta del Primo Libro della Retorica. L’edizione è stata curata, ma forse sarebbe meglio utilizzare il termine “ricostruita” dalla ricercatrice Federica Nicolardi.
Ho avuto il piacere di intervistarla per voi sul suo lavoro.

Filodemo, Il primo libro della Retorica
A cura di: Federica Nicolardi
Editore: Bibliopolis
Collana: La Scuola di Epicuro
ISBN: 978-88-7088-658-0
Pagine: 464
Anno: 2018
Prezzo 70€

Epicuro.org: Quanto tempo della sua vita ha occupato la restituzione alla luce del Primo Libro della Retorica di Filodemo?
Federica Nicolardi: Ho iniziato a lavorare su alcuni papiri della porzione più frammentaria del rotolo ercolanese che contiene il Primo Libro della Retorica di Filodemo in occasione della mia tesi di laurea magistrale. Poi, nel corso del mio dottorato di ricerca, che ho concluso a gennaio dello scorso anno, mi sono dedicata alla ricostruzione e all’edizione totale dell’opera.

Al libro è allegata una maquette che mostra tutti i frammenti di papiro ricollocati al loro posto. La maquette mostra che il testo è profondamente lacunoso. Come si è svolto il suo lavoro? Come ha fatto a ricostruire il testo?
Il Primo Libro della Retorica di Filodemo è testimoniato da numerosi papiri, conservati presso la Biblioteca Nazionale di Napoli, ma tutti riconducibili a un unico rotolo originario: durante le operazioni di apertura, infatti, nella seconda metà del Settecento, il rotolo fu sottoposto alla cosiddetta scorzatura parziale, una procedura che prevedeva che la porzione più interna, il midollo,meglio conservato, poiché meno esposto ai danni causati dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., fosse preliminarmente liberato dalle porzioni più esterne, le cosiddette scorze, rimosse tramite tagli praticati con un coltello lungo l’altezza del rotolo di papiro. Le scorze furono poi inventariate tutte con numeri diversi e questo causò ogni perdita di connessione tra le singole scorze, nonché tra le scorze e il midollo. Il primo lavoro che un editore moderno di un rotolo scorzato deve compiere è, dunque, quello di ricostruire l’ordine e la relazione tra i frammenti. La mia ricostruzione si è basata essenzialmente su tre elementi: 1. dati bibliologici, che forniscono indizi sulla posizione di alcune colonne nel rotolo originario (ad esempio i numerali relativi al computo delle colonne o le indicazioni sticometriche);
2. calcoli geometrici, basati sull’assimilazione del rotolo di papiro a una spirale archimedea o a un insieme di circonferenze concentriche;
3. presenza di connessioni contenutistiche tra testi di frammenti diversi.

Quello che resta del rotolo del Libro Primo della Retorica di Filodemo

Dopo più di due millenni il testo di Filodemo, per giunta non completo, ha ancora un valore?
Forse non sono la persona più adatta a rispondere a questa domanda, poiché la mia risposta potrebbe sembrare una difesa del mio lavoro. Credo che il valore dei testi antichi non si debba valutare sulla base di una vera e propria utilità pratica. Questi testi fanno parte del patrimonio culturale della nostra civiltà e offrono testimonianza di opere che non sono note da altra tradizione. Inoltre, per quanto riguarda la Retorica in particolare, quest’opera ci fornisce molte informazioni sul dibattito filosofico, piuttosto acceso ai tempi in cui Filodemo compose l’opera, nel I secolo a.C., sul tema dell’utilità e della scientificità della disciplina retorica.

Nello specifico quali sono i contenti del Primo Libro della Retorica di Filodemo?
Per lungo tempo si è ritenuto che il Primo Libro della Retorica trattasse principalmente della classificazione delle arti e della tecnicità della retorica: questi temi, infatti, sono affrontati nella parte finale del rotolo, quella meglio conservata e l’unica inclusa nelle precedenti edizioni del libro. In realtà, dalla ricostruzione del rotolo, è emersa, anche se in maniera talvolta gravemente frammentaria, una gran quantità di temi trattati in questo capitolo introduttivo dell’opera Retorica. Il testo si apriva con una definizione generale del concetto di retorica e con l’enunciazione della distinzione tra teoria retorica sofistica e abilità politica e forense, il tema centrale dell’opera, finalizzata alla dimostrazione della tecnicità del solo genere sofistico. Dopo queste riflessioni di carattere generale, Filodemo introduce il tema della persuasività e degli strumenti di persuasione dei discorsi. Nella parte centrale del libro, poi, si sofferma sull’origine dell’abilità retorica e sulla sua insegnabilità. Si apre poi una interessante sezione del libro in cui Filodemo sposta l’attenzione sui procedimenti argomentativi e in particolare sull’uso di argomentazioni basate sull’andamento dialogico e sull’inganno della parola. Avvicinandosi alla conclusione dell’opera, l’Epicureo si trattiene sulla valutazione delle qualità dei retori e sulla possibilità di esprimere giudizi su di loro. Come ho accennato, il libro si conclude con alcune riflessioni sulla classificazione delle arti in base alla modalità in cui sono in grado di raggiungere il loro fine. Inoltre, è molto interessante la presenza del dialogo Gorgia di Platone, cui Filodemo fa continuamente riferimento e che sembra costituire una sorta di filo conduttore dell’intero libro.

Che cosa spinge a diventare papirologi? La difficoltà della sfida? O la passione per quello che si va a restituire all’umanità dopo tanto tempo?
Non direi che quello che spinge a diventare papirologi sia la difficoltà della sfida. Certamente le difficoltà che si incontrano nella ricostruzione del testo costituiscono uno stimolo costante, ma quello che personalmente più mi lega a questa disciplina è il contatto diretto con scritti e testi del mondo antico. Sia la papirologia documentaria che quella letteraria partono dal confronto diretto con il supporto scrittorio, che non mette nessuna mediazione tra il testo com’è stato vergato dallo scriba e il lettore moderno. Questo è particolarmente evidente per i testi di Filodemo, che non sono noti da altre fonti e che furono composti in momenti molto vicini a quelli della produzione dei rotoli della Villa dei Papiri di Ercolano, tanto che in alcuni di questi rotoli (tra cui quello del Primo Libro della Retorica) è possibile rilevare interventi correttivi che lasciano intravedere la volontà di intervenire sul testo da parte dell’autore stesso.

Quale è la situazione attuale dei Papiri Ercolanesi?
I Papiri Ercolanesi, carbonizzati a causa dell’eruzione del Vesuvio del 79, sono in una condizione di estrema fragilità che va tutelata e salvaguardata. In questo momento sono in corso dei lavori di ristrutturazione dell’Officina dei Papiri Ercolanesi, la sezione della Biblioteca Nazionale di Napoli in cui i papiri sono custoditi, proprio allo scopo di favorirne la tutela grazie al controllo delle temperature e dell’umidità. Inoltre, il moderno approccio alla tutela dei beni culturali spinge a non tentare più di aprire i rotoli ancora non svolti, ma a utilizzare tecniche che ne permettano la lettura in seguito a scansioni tramite tomografia a contrasto di fase e svolgimento virtuale. Per quanto riguarda più specificamente la ricerca nell’ambito della papirologia ercolanese posso certamente dire che Napoli costituisce un importante centro per lo studio di questi testi: l’Officina è frequentata da studiosi, dottorandi, laureandi e borsisti italiani e stranieri. In particolare, il Centro Internazionale per lo Studio dei Papiri Ercolanesi, fondato nel 1969 da Marcello Gigante, cui è intitolato, promuove lo studio dei Papiri Ercolanesi bandendo ogni anno borse di studio per laureati italiani e stranieri.

Come si può rimanere informati sulle novità di Ercolano?
Lo strumento migliore per essere informati sulle novità di Ercolano è certamente la rivista principale del settore, le «Cronache Ercolanesi», bollettino del CISPE “Marcello Gigante”, in cui ogni anno vengono pubblicati articoli di papirologia e archeologia ercolanese. Il Centro, inoltre, ha un sito internet (www.cispe.org) e una pagina Facebook (CISPE ‘Marcello Gigante’), sulla quale sono pubblicate novità e informazioni sulle attività del Centro.

Su cosa sta lavorando adesso?
In questo momento sto lavorando su un altro rotolo proveniente dalla Villa dei Papiri di Ercolano, che restituisce un’opera biografica anonima, ma ragionevolmente attribuibile a Filodemo, sul matematico e filosofo epicureo Filonide di Laodicea. Da questa biografia ricaviamo molte informazioni importanti dal punto di vista storico e di storia della filosofia e della scuola epicurea. È un testo che presenta difficoltà di ricostruzione diverse rispetto a quelle del Primo Libro della Retorica, poiché il rotolo non è stato scorzato, bensì interamente svolto tramite la macchina del Piaggio (una macchina a trazione meccanica, ideata dal Padre Scolopio Antonio Piaggio poco dopo la scoperta dei papiri nella Villa) e che presenta molte difficoltà di stratigrafia, legate, cioè, al fatto che, durante le operazioni di svolgimento, alcuni frammenti provenienti da strati diversi del rotolo rimasero tra loro attaccati, compromettendo la lettura continua del testo in molti punti. Si tratta, quindi, di una lettura mediata attraverso l’osservazione dell’originale e il riposizionamento dei frammenti appartenenti a strati diversi.

Federica Nicolardi al lavoro sul papiro che contiene la biografia sul matematico e filosofo epicureo Filonide di Laodicea

Per chi ama la filosofia epicurea cosa consiglia di leggere di quanto riportato alla luce dai rotoli di Ercolano?
È difficile suggerire una selezione di letture tra le numerose e varie opere di cui sono testimoni i papiri ercolanesi. Certamente tra le scoperte più rilevanti nella Villa c’è quella di ampie porzioni di molti dei 37 libri dell’opera capitale del Maestro del Giardino, il De natura di Epicuro. Forse la sensibilità di un lettore moderno può essere anche particolarmente stimolata dalla lettura delle opere etiche di Filodemo di Gadara, l’autore più rappresentato nella biblioteca della Villa dei Papiri di Ercolano. In queste opere sono affrontati alcuni dei temi chiave del pensiero epicureo, come la libertà di parola, il comportamento del saggio epicureo, le caratteristiche dei vizi e delle virtù ad essi contrapposte. Un buon inizio per chi, pur non essendo un papirologo, vuole conoscere i testi ercolanesi è certamente leggerne le edizioni: senza andare troppo indietro nel tempo e rimanendo nell’ambito delle edizioni moderne, dotate di traduzione e commento, oltre ai volumi della collana La Scuola di Epicuro, nella quale ho avuto l’onore di pubblicare la mia edizione, non posso non segnalare edizioni di fondamentale importanza, come quelle curate da D. Delattre, R. Janko e D. Obbink. I loro lavori, insieme a quello di G. Leone, hanno avuto un ruolo pionieristico, tracciando il cammino della ricostruzione dei papiri ercolanesi.