(Seneca: epistola 7,11) U208 D175 B52
Queste cose le dico non alla folla, ma a te; ognuno di noi è uditorio abbastanza grande per l'altro.
(Seneca: epistola 8,7) U199 D1 B45
Vuoi avere la vera libertà? Fatti servo della filosofia.
(Seneca: epistola 9,20) U474 D64 B80
Colui al quale ciò che non ha sembra più che abbondante, sia pure il padrone del mondo, è un infelice.
(Seneca: epistola 11,8) U210 Diano 12 B54
Dobbiamo scegliere un uomo buono, e averlo sempre davanti agli occhi, per vivere come se egli ci guardasse e fare tutto come se ci vedesse.
(Seneca: epistola 13,16) U494 D98 B94
Tra gli altri mali la stoltezza ha anche questo: sempre ricomincia a vivere.
(Seneca: epistola 15,10) U491 D96 B92
La vita dello stolto è ingrata e piena di timore: sempre si protende al futuro.
(Seneca: epistola 16,7) U201 D68 B47
Se vivi secondo natura, non sarai mai povero; se secondo le opinioni dei più non sarai mai ricco.
(Seneca: epistola 18,14) U484 D84 B86
L'ira immoderata genera follia.
(Seneca: epistola 19,10) U542 D136 B104
Prima di stare a guardare che cosa tu abbia da mangiare e da bere, cerca intorno con chi tu possa mangiare e bere. Rimpinzarsi senza avere accanto un amico è cosa da leone o da lupo.
(Seneca: epistola 20,9) U206 D74 B50
Credi a me: le tue parole suoneranno più solenni tra miseri panni e umile giaciglio: non saranno soltanto dette, ma provate.
(Seneca: epistola 21,3) U132 D150 B29 (a Idiomeneo)
Se ti seduce la gloria, ti renderanno più famoso le mie lettere che tutte quelle cose che tu onori e per le quali vieni onorato.
(Seneca: epistola 23,9) U493 D97 B93
Non è piacevole ricominciare sempre la vita.
(Seneca: epistola 24,22) U496 D103 B95
E' ridicolo correre alla morte per noia della vita, quando è proprio per genere di vita che ti sei scelto che ti sei messo in condizzione di dover correre alla morte.
(Seneca: epistola 24,23) U497 D102 B96
Sono così imprevidenti, e, per meglio dire, dementi gli uomini, che taluni sono spinti alla morte dal timore stesso della morte.
(Seneca: epistola 24,23) U498 D104 B97
Può esserci cosa più ridicola che cercare la morte, quando è con lo stesso timore della morte che ti sei resa impossibile la vita?
(Seneca: epistola 25,5) U211 D13 B55
Opera sempre come se ti guardasse Epicuro.
(Seneca: epistola 25,6) U209 D129 B53
Devi ritirarti in te stesso soprattutto quando sei costretto a stare tra la folla.
(Seneca: epistola 28,9) U522 D107 B100
L'aver cognizione del proprio errore è già inizio di salute.
(Cicerone Tusc. Disp., III 18,41) U67 D29 B10a
Io non so in vertà che idea farmi del bene, se ne tolgo i piaceri del gusto, se ne tolgo quelli erotici, se ne tolgo quello dell'udito e dai canti, se ne tolgo i piacevoli moti provocati negli occhi dalle belle forme, o qualsiasi altra gioia di cui il corpo dell'uomo può godere con qualunque dei suoi sensi. Né certo si può dire che solo la letizia dell'anima sia da porre tra i beni. Perché io so che di questo si allieta l'anima, della speranza di tutti quei beni che ho detto, e di allontanare, con tale possesso, il dolore.
(Cicerone, De finibus... II 28, 90) U468 D73 B76
Il saggio lo fa ricco la natura.
U69 D30
Domandai spesso a quelli che hanno nome di sapienti che cosa avessero da lasciare nel novero dei beni, ove ne togliessero quelli che in precedenza ho enumerati, a meno che non volessero lanciare parole vuote di senso, ma non ne potei sapere nulla. Che se vorranno fare bollire fino in fondo le loro virtù e le loro sapienze, s'accorgeranno di non dire altro se non ciò che serve a produrre quei piaceri di cui sopra ho parlato.
U477 D71
Povertà regolata sulle leggi della natura è gran ricchezza.
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