Un paragone tra il comune maialino e la straordinaria fenice: non manca la polemica contro gli stoici e una forte provocazione nell’intervento di Wim Nijs, primo classificato per il premio NetoIp, con la tesi “Raro come la fenice o comune come un maiale? Le caratteristiche del sapiente epicureo nell’etica di Filodemo”. Un lavoro impegnativo, che Jürgen Hammerstaedt, componente della giuria, ha premiato con le parole: “Riesce a fare emergere l’originalità filosofica di Filodemo, con conoscenza esemplare dei complicati testi e una brillante lettura.”
“La fenice è l’esempio mitologico della rarità – così comincia il vincitore della borsa di studio – un sapiente descritto come una fenice deve essere il tipo più raro ed inafferrabile. Il maiale rappresenta la gioia di un’esistenza serena: non ha nulla di raro, esaltante ed esotico. Gli epicurei prediligevano l’umile maiale – un sapiente, che condivide caratteristiche con il maiale, ci aspetteremmo sia molto concreto e lontano dalla controparte stoica. Nella mia tesi ho cercato di esplorare quanto l’ideale della saggezza epicurea sia possibile da realizzare e, in particolare, i consigli di vita di Filodemo a seguire una vita come quella del sapiente.”
“Filodemo – continua – ci dà un quadro chiaro, unico, dettagliato del sapiente epicureo: una figura polivalente, compatibile con molte caratteristiche e circostanze. Non bisogna essere ricchi per essere magnanimi e superiori, né essere poveri per una vita sobria: le circostanze personali non determinano il raggiungimento della saggezza. Filodemo tratteggia diversi sapienti, tutti ugualmente saggi, ma in grado di usare la propria saggezza in modo specifici: il sapiente è una persona realistica, che vive nel nostro mondo imperfetto, in mezzo ad innumerevoli stolti, disprezza e prova pietà per la loro bassezza morale.”
“Il sapiente non aspira ad essere un dio, un essere perfetto, ma un umano perfetto: non è un dio intermundium impeccabile, ma un umano perfetto tra umani. Lo studente stoico si trova di fronte alla scoraggiante prospettiva di studiare tutta la vita verso un ideale è destinato a rimanere uno stolto per tutta la vita. La possibilità di diventare saggi è invece una conseguenza diretta della natura gratificante dell’epicureismo”.
“Il sapiente epicureo – concludo – è un uomo comune come un maiale, che si trova negli angoli più tranquilli della società, che si gode il tempo libero. E’ un maiale umano, beato, allevato nel porcile di Epicuro”.