Marcello Parsi è riuscito, con il suo “Lucrezio e il canto del nulla” in due imprese non da poco. La prima: mi ha fatto prendere in mano e leggere un libro di carta dopo molti anni in cui ho letto solo libri digitali sul mio fedele e-reader (esiste una versione in pdf, ma si tratta di un formato scomodo, poco adatta alla lettura). La seconda: con le sue traduzioni dei brani del De Rerum Natura mi ha aiutato ad apprezzare la poesia e lo spirito di Lucrezio. Questa seconda impresa è davvero notevole!
Epicuro è sintetico: “La morte non è nulla per noi: quando ci siamo noi la morte non c’è, quando c’è lei non ci siamo noi“. Così, e con poche altre frasi, sintetizza il problema della morte. La sua logica è semplice, diretta, rassicurante.
Lucrezio non si limita a ragionare sulle cose: le vive con un’intensità unica. Per questo nel suo De Rerum Natura sul tema della morte torna più volte. E con questi passi, accanto a quelli analoghi di altri autori latini, greci e contemporanei, Marcello Parsi ha costruito un volume davvero pregevole.
La traduzione è sempre semplice ma mai povera. Permette di assaporare il testo originale senza bisogno di doversi fermare per cercarne il senso. I commenti dell’autore costituiscono una guida sicura in un mondo dove altrimenti, per coloro che come me non sono avvezzi alla letteratura latina, non sarebbe affatto semplice orientarsi.