Una storia appassionante di imprenditoria, di difficoltà affrontate e superate, ma soprattutto dell’incontro con Epicuro che ha dato un nome al modo di pensare e vivere di Massimiliano Capalbo, fondatore del Giardino Epicureo di Montauro. Durante il Festival Epicureo di Senigallia, nella giornata di martedì 16 luglio, Massimiliano Capalbo è salito sul palco di Rotonda a Mare per raccontare la sua storia, come ha creato in Calabria, terra dov’è nato, il suo personale giardino epicureo, dove ospita incontri per le scuole, coltiva e cura piante e alberi in un giardino sensoriale, momenti di relax con vasca idromassaggio e amaca tra gli alberi, organizza eventi e offre prodotti tipici calabresi; per usare le sue parole: “Un’oasi nel deserto”.
“La desertificazione è sociale, ambientale e culturale: sono tre elementi che si tengono insieme. E’ già tardi per fermarla, ma magari possiamo contenere il danno: non attendiamo gli altri, prendiamo il controllo delle nostre vite”, così, in un appassionato discorso, si è rivolto al pubblico.
Ed è questo lo scopo del giardino epicureo: educare alla cura dell’ambiente, ma anche alla cura delle relazioni umane e alla passione per la cultura. Un luogo unico in Italia, dedicato alla filosofia epicurea quando il progetto era già in fieri: “Mi sono reso conto che nella filosofia epicurea coincideva con il mio modo di pensare. Non si diventa epicurei, ci si riconosce. Ci sono persone che sono già epicurei ma non lo sanno, altri non lo saranno mai.”
“Il mio giardino sorge in un luogo meraviglioso: affaccia sul mare, guardando direttamente verso la Grecia. Siamo ciechi: per 30 anni abbiamo lasciato nel degrado un luogo che offre uno dei panorami più belli di tutta la Calabria. Non è una cecità che si aggiusta con gli occhiali, ma è dettata da tutto ciò che ci è stato raccontato”.
Si tratta, però, di una cecità a cui Epicuro stesso può portare rimedio: “Epicuro – continua – era un pensiero pericoloso: è semplice, parla a tutti. La felicità si raggiunge attraverso le cose semplici, eppure noi cerchiamo la felicità e passiamo il nostro tempo a comprare cose inutili.”