In Italia la felicità è crollata negli ultimi anni

di | 18/10/2019

Un’originale indagine di Eugenio Proto, professore di Economia applicata ed Econometria all’Università di Warwick ha messo in relazione i termini utilizzati nei libri e nei giornali negli ultimi 200 anni per calcolare le variazioni di felicità di un paese. Sono stati presi in considerazione Italia, Germania, Stati Uniti e Inghilterra.

I risultati sono decisamente interessanti.
Eccoli:

Ecco alcune considerazioni degli studiosi che hanno raccolto i dati:
1) L’aumento del reddito di una Nazione esercita un effetto positivo sulla felicità percepita in quel Paese, ma occorre un aumento notevole affinché questo effetto sia realmente visibile.
2) Un incremento di un anno nella longevità media nazionale ha lo stesso effetto positivo di un aumento di 4,3 punti percentuali del PIL; un anno in meno di guerra ha lo stesso effetto sulla felicità nazionale di un incremento di 30 punti del PIL.
3) Il benessere soggettivo appare incredibilmente resiliente ad eventi positivi e negativi: cala per effetto delle guerre e delle recessioni, aumenta nei periodi più fortunati, ma sono fluttuazioni temporanee: si tende a tornare velocemente al livello di felicità percepito prima di questi eventi.

Se guardiamo i dati della felicità in Italia appare subito evidente un dato sconcertate. Negli ultimi anni la felicità è crollata verticalmente. La crisi del 2008 ci ha davvero fatto male.
Il crollo è stato pari a quello del 1848 e delle due guerre mondiali, anche se nel caso della seconda guerra mondiale la censura nella stampa ha probabilmente alterato i dati.

Osservando il grafico con più attenzione però si può notare che il valore della felicità in Italia è comunque maggiore a quello degli altri paesi.

Fonte: Focus.it