Tre spunti di riflessione per aggiornare il pensiero di Epicuro

di | 23/11/2018

Se ho aperto questo sito è perché ritengo che il pensiero di Epicuro sia senza tempo, ovvero che possa parlare al cuore degli uomini, indipendentemente dal periodo storico in cui vivono, perché cambiano le circostanze, cambia il mondo esteriore, ma l’uomo resta sempre lo stesso.

Epicuro è stato il primo filosofo a teorizzare l’evoluzione della lingua e del diritto. Lui, a differenza di Socrate, non riteneva che le leggi rappresentassero il bene assoluto, ma una convenzione, un accordo, tra gli uomini. Un accordo che poteva sempre essere migliorato o che poteva decadere ed essere sostituito da uno diverso se le condizioni lo avessero richiesto.

Negli ultimi 2.300 anni nel mondo sono cambiate tante cose. Forse è tempo di aggiornare anche il pensiero del maestro?
De certo non nelle sue parti essenziali: l’uomo cerca la felicità, l’amicizia è la cosa che più ci aiuta ad essere felici. Penso che nessuno voglia mettere questo in discussione. Ho però individuato tre elementi molto importanti in cui il cambiamento del mondo intorno a noi è stato molto importante. Esaminiamoli uno ad uno.

Politica.
Per alcuni versi la politica non è cambiata, resta sempre un luogo dove cercare fama e ricchezze. E dove ci si attirano inimicizie, odio e si creano avversari. La raccomandazione di Epicuro di restarne lontani sembra più attuale che mai.
Eppure la politica è anche altro. È anche il desiderio di un mondo migliore, più giusto e più felice. Mi chiedo, per esempio, due amici che parlano di politica davanti ad una birra, o che servono piade con la salciccia facendo volontariato ad una festa di partito, non stanno costruendo la loro felicità?
E se invece qualcosa impedisse la nostra felicità e solo con un impegno pubblico potessimo sconfiggerlo? Rileggiamo la dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti, scritta da un epicureo, Thomas Jefferson:

Noi riteniamo che sono per se stesse evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono creati eguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la Vita, la Libertà, e il perseguimento della Felicità; che per garantire questi diritti sono istituiti tra gli uomini governi che derivano i loro giusti poteri dal consenso dei governati; che ogni qualvolta una qualsiasi forma di governo tende a negare questi fini, il popolo ha diritto di mutarla o abolirla e di istituire un nuovo governo fondato su tali principi e di organizzarne i poteri nella forma che sembri al popolo meglio atta a procurare la sua Sicurezza e la sua Felicità.

Religione.
Riporto un celebre passo della lettera sulla felicità:

Non è irreligioso chi rifiuta la religione popolare, ma colui che i giudizi del popolo attribuisce alla divinità. Tali giudizi, che non ascoltano le nozioni ancestrali, innate, sono opinioni false. A seconda di come si pensa che gli dei siano, possono venire da loro le più grandi sofferenze come i beni più splendidi. Ma noi sappiamo che essi sono perfettamente felici, riconoscono i loro simili, e chi non è tale lo considerano estraneo.

Epicuro ha senza dubbio ragione. Eppure la religione popolare non è più quella del 300 A.C. Lo dice la data stessa, avanti Cristo, dopo Cristo. E oggi non viviamo neppure più in una società esclusivamente cristiana. Ci sono, in Italia, tantissimi mussulmani, tanti buddisti e fedeli di molte altre religioni.
Come dobbiamo porci nei confronti di tutte queste religioni?
Ricordiamoci che studi scientifici rilevano che le persone che hanno fede sono mediamente più felici di chi non ha fede. In questo libro un approfondimento.

Sobrietà.
Epicuro sostiene che:

La ricchezza secondo natura ha confini ben precisi ed è facile a procacciarsi, quella secondo le vane opinioni cade in un processo all’infinito.

Oggi viviamo in una società opulenta. La tecnologia per produrre risorse è aumentata incredibilmente, ma nello stesso tempo la popolazione mondiale tra cui dividere le risorse si è moltiplicata.
I bisogni minimi sono gli stessi di 23 secoli fa o sono diversi? Oggi possiamo vivere senza una casa riscaldata, uno smartphone e un’automobile? Eppure ottenere tutto ciò non mi pare così facile come promette Epicuro.

Questi pensieri sono e vogliono essere solo spunti di riflessione. Non è mia intenzione trarre alcuna conclusione. Desidero solamente aprire un dibattito che non potrà che essere costruttivo. Per questo vi invito a partecipare con un commento.